E' arrivato Dicembre e la piccola Ariel deve fare il richiamo per il vaccino contro la FELV. Anche Birba e Geronimo devono fare il richiamo contro la FELV, per cui per me e Giovanni si prospettava un'interessante serata dal veterinario con tre belve più o meno spaventate e vagamente irritate (è un eufemismo, ovviamente, Birba diventa una vera belva assetata di sangue quando si accorge che l'abbiamo portata nello studio del veterinario).E' stato così che parlando con il veterinario abbiamo deciso di provare a fare una seduta di vaccinazione "a domicilio" lunedì sera. Noi ci siamo preparati psicologicamente all'idea di dover gestire le tre pesti cercando di recuperarle dai vari nascondigli e abbiamo risolto decidendo di chiudere le porte delle stanze in cui non dovevano entrare, bagno compreso (se Geronimo fosse saltato sul pensile, chi lo tirava più giù? E il povero vet non era dotato di fucile ad aria compressa spara-siringhe per operare comunque...). Così verso le otto e un quarto è suonato il citofono, noi abbiamo chiuso le stanze e i gatti hanno iniziato a guardarci con aria molto stupita ("meowww, ma che diavolo succede? e dov'è la nostra pappa? vi ha dato di volta il cervello?").
Appena il veterinario è entrato in casa, Birba e Ariel l'hanno riconosciuto al volo e si sono rifugiate nell'unico posto ancora accessibile, sotto il tavolino del salotto. Geronimo invece, il solito patatone curioso, si è portato vicino a noi per curiosare. Abbiamo quindi interpretato il suo comportamento come l'offerta di un volontario per l'inizio dell'operazione. Oddio, forse tanto volontario non era, e quando si è accorto che stava per essere sottoposto alla "tortura vet" ha iniziato a dibattersi per liberarsi e scappare, ma Giovanni è stato più forte di lui e Geronimo è stato esaminato prima e vaccinato poi.
Ariel un attimo prima che arrivasse il veterinario... |
La seconda "volontaria" è stata Birba... si era offerta volontaria per farci tutti a fettine quando fosse tornata libera, ma nel frattempo ha subìto soffiando e ringhiando le attenzioni del veterinario: controllo orecchie, controllo denti (ahem, giusto un tentativo prima di farsi staccare un dito), controllo pancino e poi pronta per la puntura. Appena il dottore ha estratto la siringa e abbiamo lasciato libera Birba, è partita come un razzo verso l'anticamera, andando a sbattere contro Geronimo che si era già rifugiato da quelle parti.Ariel è stata la terza. Per prenderla abbiamo praticamente sollevato il tavolino, finché non si è decisa a scappare verso l'anticamera cercando protezione presso gli altri due. A questo punto sono intervenuta io per catturarla: mi ha soffiato facendo l'aria cattiva, ma ormai ho imparato a non prenderla sul serio, per cui l'ho bloccata e nel giro di un attimo ce l'avevo in braccio. Quando si è resa conto che toccava anche a lei è stata buona buona, con l'aria rassegnata, si è fatta esaminare e ha subito in silenzio l'iniezione. Appena libera è corsa verso Birba e Geronimo e quando abbiamo aperto la porta della camera da letto tutti e tre si sono lanciati a nascondersi.
Per poco... visto che ho fatto comparire magicamente una scatoletta di bocconcini e ho riempito le loro ciotole. Sono arrivati tutti e tre di corsa, Ariel sempre un pochino più guardinga, e hanno iniziato a spazzolare tutto: nel giro di pochi minuti hanno vuotato le ciotole e sono ritornati in camera, prima che a qualcuno di noi venisse un'altra brutta idea. Li abbiamo visti muoversi in fila indiana: Birba davanti, da brava capa-gatta, Geronimo ultimo, come si conviene ad un difensore, e Ariel in mezzo, la piccolina da proteggere.
Birba e Ariel dopo le iniziezioni di vaccino. Abbiamo impiegato un po' di tempo prima che si fidassero nuovamente di noi... forse ha contribuito in modo sostanziale il provolone dolce e affumicato che avevamo per cena e che abbiamo diviso con loro?
Milano, 15 dicembre 1999