Nera di Marina e Giovanni
Nera in ufficio

Non so quale fosse il suo vero nome, ma noi la chiamavamo Nera o Nerina. Ci ha dato il benvenuto quando siamo entrati nel nuovo ufficio, ha seguito tutti i lavori di sistemazione dell'impianto elettrico, di imbiancatura e di verniciatura delle porte, sempre controllando che tutto venisse svolto al meglio e pretendendo comunque in pagamento una bustina di pappa.

Sono sicura che si trattasse di una micia cresciuta in una casa che poi si è persa o è stata abbandonata. A corroborare la nostra convinzione c'è anche il fatto che non l'abbiamo mai vista andare in calore, e neppure i nostri vicini di ufficio che erano stati adottati a loro volta un anno e mezzo prima, per cui il sospetto che fosse sterilizzata è molto più che fondato.

La prima volta che mi ha vista prendere in mano una bustina di pappa per mici ha lanciato un urlo e mi ha tallonata finché non l'ho aperta e le ho dato da mangiare: una gatta randagia non conosce le bustine monodose, ma lei sì, e non ha avuto problemi a farmi capire che preferiva una marca particolare rispetto alle altre.

Quando sentiva il motore della nostra macchina si metteva in attesa sul marciapiede, dietro il cancello, e ci seguiva fino in ufficio. Qui iniziava a miagolare finché non le aprivo una bustina (ormai sapeva in quale armadietto le tenevo e andava a grattarne l'anta se tardavo), poi mangiava e si acciambellava nel cestino dei nostri gatti che era rimasto in ufficio. Se ci fermavamo a lavorare fino a tardi lei era lì, ma ormai sapeva riconoscere quali nostri gesti precedevano la chiusura dell'ufficio e anche in questo caso ci precedeva all'uscita e si allontanava nella notte.

Un giorno è sparita, e abbiamo scoperto dopo diverso tempo che un'auto aveva accelerato il suo viaggio verso il Ponte. Ma nel breve tempo che è rimasta con noi ci ha dato la sua dolcezza e ha assaporato le nostre carezze, e questo è più di quanto possano avere molti mici abbandonati...

Let this memory lighten grief...